Una delle particolarità, poco conosciute, delle Valli del Natisone è che sono costellate da 44 chiesette votive: un numero rilevante, per territorio tutto sommato piccolo.

 

Collocate in luoghi molto differenti tra loro, le troviamo isolate in posizione strategica (sicuramente rimaneggiamenti di punti di avvistamento o fortificati), oppure integrate nei nuclei dei piccoli borghi o più particolari, come quella all’interno della Grotta di Antro.

 

 

LE VALLI E LE 44 CHIESETTE VOTIVE

La loro posizione era sempre strategica, erano le “vedette delle Valli”: il suono delle campane si trasferiva di vallata in vallata e avvertiva, in caso di pericoli, la popolazione.

Nel corso dei secoli hanno subito ampliamenti e ricostruzioni, anche a causa dei vari terremoti che le hanno colpite, ma sono arrivate sino a noi, più o meno conservate negli arredi e negli affreschi che le ornavano.

LO SPETTACOLO DI SANTA LUCIA

Tra le più belle c’è sicuramente la Chiesa di Santa Lucia di Cravero: l’esterno, come nella maggior parte di queste chiesette, è semplice e disadorno, e anche le dimensioni ridotte, non fanno presagire la bellezza racchiusa.

 

Una volta aperta la porta, ecco il miracolo: uno splendido altare ligneo policromo, perfettamente conservato, incastonato in un abside riccamente affrescato, sia nella volta che nelle pareti, appare agli occhi increduli dei visitatori.

 

Un tuffo nel 1400, un’autentica meraviglia della scuola praghese di Skofja Loka, un corso di catechismo per immagini e sculture: impossibile non immaginare lo stupore e la soggezione che doveva creare, all’epoca, sui fedeli.

Risulta quasi inspiegabile poi, come una piccola comunità, come quella di Cravero, abbia potuto commissionare un opera così importante e ricca.

 

IL CUSTODE E L’ANTICA CHIAVE

Abbiamo parlato della porta che racchiude tutto ciò e non a caso: una porta solitamente chiusa, la cui chiave, enorme ed antica, era conservata gelosamente da un signore del paese, uno degli ultimi abitanti stabili di Cravero.

Avvertito per tempo, il signor Peter, questo il suo nome, era solito arrivare, silenzioso e timido, ad aprire questo scrigno a noi visitatori: si capiva che per lui era un ruolo importante, di cui si sentiva investito, quello del custode di Santa Lucia.

Un rito: la chiave enorme ed antica veniva inserita nella serratura, il più delle volte in religioso silenzioso, un azione fatta chissà quante volte, ma che per lui era sempre come la prima volta…

Tutto ciò non accadrà più: Peter, qualche settimana fa, silenziosamente se n’è andato, proprio lui che amava così tanto cantare.

 

Per noi, la visita a Santa Lucia, rimarrà sempre legata al suo ricordo e non ci rimane che sperare, che la chiave, sia adesso in mani altrettanto rispettose e devote.