Volete un consiglio sul periodo migliore per visitare i colli di Valdobbiadene?
Sicuramente la primavera!
Sarete accolti da un’esplosione di verde brillante: quello dei germogli e delle prime foglie spuntate, che adornano i milioni di filari nei crinali scoscesi e che danno inizio all’avventura di nuova stagione.
Noi siamo tornate sui luoghi del Prosecco, questa volta in quel microcosmo attorno a Valdobbiadene, per vedere da vicino le zone della produzione eroica del Prosecco Superiore e del Cartizze.
È questo un territorio profondamente plasmato dalla mano dell’uomo, ma che rimane splendido per orografia e clima: non sono colli dolci, ma si inerpicano all’improvviso, le famose Rive, tra paesini e viuzze, che hanno ritrovato nuova vita ed economia in questi ultimi decenni.
Queste sono terre di immigrazione: nel secolo scorso poche erano le possibilità per le genti di queste zone, una terra da sempre vocata all’enologia, ma troppo difficile e faticosa da coltivare in modo redditizio, ma poi con il grande successo delle note semplici e fresche del bouquet del Prosecco, le cose sono cambiate e le vigne di Glera, Verdiso, Perera sono diventate un tesoro.
Il nostro tour è iniziato nella cantina La Tordera a Vidor, produttrice da tre generazioni su vigneti sparsi in 33 luoghi diversi:
un’azienda moderna, ma legata profondamente alla tradizione, dalla vinificazione sempre più attenta alle esigenze dei consumatori.
Infatti attraverso la raccolta esclusivamente a mano, i trasporti piccoli e frequenti tra vigne e cantina, fanno si che l’uva giunga integra e intatta al momento della pressatura e quindi a ridurre al minimo l’uso dei solfiti.
Tutta la produzione ha un quantitativo di questi conservanti al di sotto dei limiti di legge, ma su parte delle bottiglie viene addirittura dichiarato il contenuto in etichetta.
Piccole autoclavi di fermentazione e la lavorazione del vino base distribuita nell’arco dell’anno, fanno in modo che la produzione sia sempre molto accurata e fresca.
Ma l’attenzione verso il consumatore si legge anche dall’accoglienza in cantina: abbiamo potuto degustare un calice in un wineshop moderno, colorato e luminoso per un’esperienza a 360 gradi, tra Brut, Dry, Extra Dry e Cartizze.
L’azienda è solita organizzare anche esperienze: degustazioni con cucina, picnic in vigna, giri in bicicletta nei vigneti, per far conoscere la realtà del territorio che c’è dietro un’etichetta.
Girare per questi colli, che sono paradiso anche per i ciclisti, permette di capire il grande lavoro che c’è dietro la produzione di questo vino conosciuto in tutto il mondo.
Il connubio perfetto è sicuramente quello con il cibo:
se volete pasteggiare a Prosecco, mangiando uno spiedo di carni o della pasta fatta in casa, dovete andare come abbiamo fatto noi all’Agriturismo Al Col.
Un azienda storica che da 32 anni offre al turista più attento e consapevole (per lo più straniero) oltre alla produzione dei suoi 9 ettari di DOCG, all’allevamento di suini e animali da cortile, anche accoglienza e ristoro immersi nel verde.
Questo territorio non offre solo vino ed aziende, ma anche tanta storia: una tappa d’obbligo è stata la visita a Follina all’Abbazia di Santa Maria fondata nella seconda metà del 1200.
All’epoca erano l’acqua e la lavorazione della lana il motore economico che ha permesso la crescita di questo monastero e del vicino borgo ( uno tra i più belli d’Italia ) e di farli giungere splendidi fino ai nostri giorni.
Qui sono i boschi di castagni a dominare il paesaggio, come nella vicina Combai, comunità nota per la produzione di nicchia dei marroni, ma anche per la valorizzazione del Verdiso, uno dei vitigni autoctoni utilizzati per la produzione del Prosecco.
Proprio a Combai abbiamo conosciuto il consorzio di imprese del territorio “Hills” che ha riaperto la storica Bottega di Paese:
l’unico punto vendita di alimentari, chiuso da qualche anno, è diventato anche rivendita di eccellenze locali, come formaggi, piccole produzioni di confetture, conserve alimentari, birre artigianali e molto altro. Un negozio molto interessante e curato che diventerà, ne siamo certe, un punto di riferimento nel territorio, fondamentale per i pochi abitanti, ma anche per i numerosi turisti in transito da queste parti.
Da friulane doc, quando torniamo in Veneto ci sentiamo sempre un po’ a casa: Santo Stefano, Guia, Follina, Combai, Miane, Valdobbiadene si vanno ad aggiungere alla mappa dei nostri luoghi del cuore!
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